Le festività che ci hanno reso una Famiglia
Un famoso modo di dire tutto italiano recita “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi!”. Oggi vogliamo raccontarvi come spesso queste due realtà sono facce della stessa medaglia, oggi vogliamo raccontarvi di quella volta in cui abbiamo passato un’intera Santa Pasqua in autobus, delle Pasquette trascorse con gli strumenti in mano o di tutte quelle festività rosse sul calendario o “autoprodotte” che dettano il ritmo del tempo e questa volta ci aiutano i nostri ragazzi: iniziamo questo excursus con Elisabetta, Alfredo, Alessandro, Jessica, Luciano, Simone e Francesco.
Buon viaggio.
Correva l’anno 2015 e la nostra Associazione era impegnata con la preparazione di nuovi spettacoli per un mini-tour europeo, una delle tappe fondamentali era una particolare festa in onore delle tradizioni italiane a La Talaudière, un grazioso borgo francese nella zona della Loira. Era il secondo anno consecutivo che venivamo chiamati per esibirci insieme ad altri gruppi provenienti da tutta Italia, era una manifestazione molto interessante a cui volevamo assolutamente partecipare. C’era un solo piccolo problema: il ritorno era di domenica, forse la domenica più importante dell’anno: era Pasqua! In un primo momento fece capolino il timore che in molti si sarebbero tirati indietro: è difficile rinunciare all’arrosto d’agnello o ai cannelloni ripieni! Ma questo timore durò veramente poco: la partecipazione fu alta, molto più alta di quella che ci si aspettava. I cannelloni furono sostituiti da cotolette impanate, è vero, ma condite con il calore di una seconda famiglia riunita intorno ad un tavolo… dell’Autogrill! Proprio di questo ci parla il nostro Alfredo, sbandieratore, direttamente da Pisa:
“Un momento gioioso che ricordo della Pasqua in Francia è sicuramente il pranzo di Pasqua in autogrill: per alcuni potrebbe sembrare strano, anche abbastanza triste, ma in realtà dimostra quanto il gruppo sia una famiglia, e com’è giusto che sia con la famiglia ti senti a casa ovunque: anche un autogrill sperso fra la Francia e Lanciano può diventare un luogo di ritrovo ed allegria. È è un ricordo che sicuramente custodirò con amore per tutta la vita.”
È stato davvero un momento molto particolare per l’Associazione, un’esperienza collettiva vissuta da ognuno di maniera differente. Durante quel viaggio era presente Jessica, la nostra chiarina. A lei abbiamo chiesto qual è stata la sensazione principe che l’ha accompagnata durante il viaggio e cos’è stata per lei questa Pasqua, ecco cosa ci ha detto:
“Passare la Pasqua sull’autobus è stato alquanto inusuale! Non tutti possono dire di aver fatto il pranzo di Pasqua in autogrill con un gruppo di sbandieratori! Non sono mancati i momenti di gioco e scherzo: nell’Associazione è tradizione fare un “battesimo” durante i viaggi in autobus per avvicinare le nuove reclute alle abitudini associative, inutile dire che in 14 ore di viaggio ci sono state svariate occasioni! Che dire, -dice sorridendo- neanche a Pasqua si può stare tranquilli!”
Abbiamo continuato chiedendole che ricordo conserva tuttora di questa esperienza e se la rifarebbe:
“Probabilmente si, è stato un momento di aggregazione molto bello e particolare, sono queste occasioni che danno modo al gruppo di compattarsi!”
Ma si sa, dopo Pasqua arriva Pasquetta e tradizione vuole una bella canaletta fumante piena di arrosticini, musica e amici in un prato verde, ma a noi, le tradizioni (come avrete capito), ci piace stravolgerle. Dal 2017 al 2019 abbiamo avuto modo e fortuna di partecipare alla manifestazione Pasquetta a Roccascalegna. Per Alessandro, uno dei nostri tamburini più giovani, la Pasquetta a Roccascalegna è stata un’uscita particolare, gli abbiamo chiesto che ricordo porta con sé di quel momento e cosa l’avesse spinto a trascorrere questo giorno con il gruppo:
“La Pasquetta a Rocca è stata una delle mie prime uscite nel 2019. Uno dei ricordi più divertenti che ho è sicuramente il Rosario che abbiamo recitato andata e ritorno (una pratica inconsueta per il gruppo ma riportata in auge dalla nostra guida spirituale, Patrick ❤️)! Ciò che mi ha spinto a trascorrere Pasquetta con il gruppo è sicuramente la passione: suonare il tamburo è una delle cose che preferisco fare di più, è stato unire la mia passione con un momento di festa in un gruppo fantastico.”
In quelle uscite a Roccascalegna c’era anche il nostro Luciano, sbandieratore navigato, che è entrato a far parte della nostra famiglia già 6 anni fa:
“Ho avuto la fortuna di partecipare a due edizioni della Pasquetta a Roccascalegna, è stata una bellissima occasione, nuova per me! Nella mia esperienza non mi è mai successo di festeggiare una Pasquetta con il gruppo, fra esibizioni ed emozioni in piazza. Mi sono detto ‘proviamo’: rinunciare alla solita grigliata non mi è pesato più di tanto perché comunque considero questa Associazione come una famiglia e quindi è stato un piacere prender parte a quelle ricorrenze. Mi piacerebbe molto ripeterla! Certo è che, ormai, ogni volta che ripasso a Roccascalegna la fermata al panificio in piazza (suggeritomi dagli sbandieratori) è d’obbligo!”.
Anche il nostro Simone lo ricorda come un momento divertente, leggero:
“Le Pasquette di Roccascalegna, fra le varie passeggiate, gli spettacoli e le risate sono passate in modo molto piacevole e divertente. Soprattutto perché quando passi del tempo con delle persone che condividono la tua stessa passione, che consideri una seconda famiglia il tempo vola, ed è un’emozione anche abbastanza difficile da trasmettere così in poche battute.”
L’intero calendario è scandito da eventi segnati in rosso, feste, traguardi personali e ricorrenze, ognuno caratteristico di un proprio festeggiamento. A noi spesso ci è capitato di passarli insieme, alcuni sono diventati vere e proprie tradizioni associative, come per esempio il Carnevale o la Festa della Mamma. Durante la giornata della Festa della Mamma l’Associazione organizza uno spettacolo in piazza, Mamma la nostra bandiera vola per te, durante il quale si esibiscono le nuove leve: dopo mesi di allenamenti e racconti degli altri si tocca con mano l’esperienza della piazza.
Francesco, musico:
“La mia prima prima uscita è stata alla Festa della Mamma. Ero teso in una maniera pazzesca! Mi vergognavo anche un pochino, all’epoca avevo 8 anni. Sono arrivato in sede, mi sono vestito e sono sceso giù. Bisognava ancora capire se dovessi indossare gli stivali o le espadrillas. Lì c’era Paola e ho iniziato una ‘lotta all’ultimo sangue’ per chi si dovesse aggiudicare gli ambiti stivali.. Alla fine ho vinto io! Con questo momento di gioco già la tensione iniziava a scendere un po’ ma una volta arrivati in piazza ero circondato da questi musici tutti grossi, alti ed io ero piccolino. Il terrore! Ma (incredibile) quella uscita è andata bene, ho suonato molto bene. Mi avevano fatto anche il tamburo su misura! Mi sono divertito un sacco, è stata l’uscita più importante e me la porterò sempre nel cuore.”
E voi mi direte “e cosa c’entra il carnevale in tutto ciò?” C’entra c’entra! Come sappiamo bene il Carnevale cade verso gli inizi della primavera e spesso capitava che si anticipasse il brivido del primo spettacolo in piazza proprio durante quell’uscita, un pressure test in una festa piena di scherzi, giochi e colori. Jessica ce lo racconta come un momento ricolmo di ansia, ansia che man mano spariva con il progredire del suono della sua chiarina. Per Alessandro invece il Carnevale a Scerni del 2020 è stata la sintesi perfetta fra divertimento e famiglia:
“Ho trascorso due feste mie personali con il gruppo, la Prima Comunione e il compleanno durante il Carnevale di Scerni. C’erano dolci, coriandoli, una festa enorme e il gruppo. Questo è stato un momento molto importante per me perché eravamo lì, tutti insieme a festeggiare.”
Francesco aggiunge:
“Ricordo bene quel Carnevale! Un momento molto divertente è stato quando, durante una pausa fra uno spettacolo e l’altro, è partita la musica dei balli di gruppo! Scaccia e Sara D. si sono messe e ballare, poi si è aggiunto D’Orfeo a fare l’animatore e siamo partiti tutti insieme! È stato davvero un bel momento, un ricordo divertente e leggero!”
Possiamo fare un elenco sconfinato di racconti riguardanti le festività: i ragazzi ci raccontano dell’importanza e la bellezza della Settimana della Bandiera, della condivisione e del divertimento, il 2 Giugno, l’ultimo proprio trascorso a Lanciano durante una manifestazione dell’Associazione Okay!, il Natale con bandiere sotto l’Albero, lauree, compleanni, matrimoni.. la famiglia che cresce con nuove nascite! È affascinante vedere come ogni sguardo colga sfumature diverse delle stesse esperienze, eppure ognuna guidata da un’unica sensazione: essere una Famiglia. Questo senso di appartenenza è difficile da spiegare a occhi esterni, la nostra Elisabetta, con il suo racconto, forse è riuscita a sintetizzarla:
“Per molti passare le festività con gli Sbandieratori può sembrare una rinuncia, un peso: ‘ oh mannaggia non c’è al pranzo di famiglia’ o ‘non c’è alla scampagnata con gli amici perché DEVE andare con gli Sbandieratori’. Per me era un ‘non ci sono perché io VOGLIO stare con gli Sbandieratori!’. Per quanto riguarda le uscite è sempre stato un po’ così: a prescindere dal giorno sul calendario, se c’era un’uscita aveva il privilegio su tutto. Forse Pasqua in Francia è stata la mia prima festività non trascorsa in famiglia ma non faceva nulla, via si va! Oppure i compleanni passati sull’autobus per andare a Corropoli mentre, magari, in famiglia si sarebbe voluto festeggiare in maniera differente. L’Associazione per me ha sempre avuto un leggero peso in più; la volontà nel volerci essere e la forte sofferenza nel dover mancare. Magari in passato le persone vicino a me non hanno compreso questo attaccamento! Il gruppo di amici quando ero più piccolina non si spiegava perché dicevo sempre si agli sbandieratori e no a questa cosa da fare insieme. In realtà è anche giusto che ci circonda all’infuori del gruppo la pensi così, non vivendo la nostra stessa situazione non se lo spiega. Però quando una realtà del genere la vivi a pieno diventa un peso troppo più grande mancare piuttosto che fare queste piccole rinunce per esserci, perché si, inesorabilmente di devono essere delle rinunce da dover fare, che possono essere più o meno grandi, ma io penso che le si sposi sempre a cuor leggero. Sono più i benefici dell’esserci in quell’uscita con quel gruppo che ormai è diventato famiglia piuttosto che magari rimanere a casa a pensare ‘chissà se son arrivati, che stanno facendo, se hanno iniziato, come avranno suonato le chiarine’. è una partecipazione talmente tanto grande che mancare è troppo doloroso. Così come vengono fatte queste piccole rinunce di semplici giornate, così si fanno rinunce più grandi. Personalmente essere parte degli sbandieratori è stato un elemento anche abbastanza importante nella scelta del percorso universitario: io ho scelto di rimanere qui a Lanciano perché c’era il MIO gruppo. Magari fuori avrei avuto anche più possibilità ma avrei dovuto lasciare il gruppo e questo non era proprio possibile. E così tante altre cose: dall’esterno possono sembrare rinunce ma in realtà sono scelte naturali fatte per farci star bene. In fin dei conti non è una rinuncia: c’è crescita personale, voglia di fare gruppo, divertimento, confronto, ci sono tante altre cose sotto quei colori.”.
Condivisione, Amicizia e Famiglia. Con queste tre semplici parole che ci rappresentano speriamo di avervi trasmesso l’emozione che ci lega e vogliamo augurarvi una Serena Pasqua e una Felice Pasquetta!
Al prossimo appuntamento.