La nascita del progetto “Sbandieratori fra i banchi di scuola” raccontata insieme ai suoi protagonisti: Marco, Sara e Maira.
Con la gioiosa aria della primavera, nella seconda domenica di Maggio, si celebra la Festa della Mamma, una giornata dedicata a festeggiare coloro che ci insegnano ad amare e gioire. La nostra Associazione è fortemente legata a questa festività: in onore delle mamme di tutto il gruppo diversi anni fa è stato istituito il tradizionale appuntamento con “Mamma, la nostra bandiera vola per Te”, uno spettacolo che con il cuore guarda all’elogio delle figure materne, che sempre ci sostengono e supportano, e con l’orgoglio apre la stagione estiva, presentando gli spettacoli che caratterizzeranno l’imminente estate.
Dal 2015 questa festività ha acquisito l’ennesimo valore aggiunto: la festa della Mamma è diventata l’occasione per presentare lo spettacolo realizzato con i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “G. D’Annunzio” durante il progetto “Sbandieratori fra i banchi di scuola”, e per premiare il concorso artistico “Disegnando gli Sbandieratori e Musici di Lanciano”, un progetto realizzato di anno in anno con gli studenti di diverse scuole elementari della nostra città. Del valore di questi progetti e dell’importanza che assumono per noi ne parliamo oggi con Marco Frau, sbandieratore, allenatore storico del gruppo sbandieratori e da sempre pilastro dell’intera Associazione.
Buon Viaggio.
Chi è Marco Frau
Ciao Marco, benvenuto! Partiamo da Te: raccontaci un po’, come e quando è iniziata la tua avventura nel gruppo?
La mia avventura nel gruppo è iniziata… all’inizio! Proprio agli albori: ho vissuto in prima persona quello che hanno già raccontato Andrea Di Iulio e Andrea D’Amario nei precedenti articoli. Tutta la parte degli inizi, i progetti, e la preparazione di ciò che poi è diventata la nostra Associazione, l’ho vissuta non direttamente come sbandieratore facente parte ma come “gruppo di famiglia”, nel senso che Andrea Di Iulio aveva coinvolto tutta la famiglia con la preparazione dei primi vestiti, le prime bandiere…Mi sono lasciato travolgere dall’entusiasmo che mi ha portato a seguirlo nelle prime esibizioni, nelle prime uscite, prima come fotografo, poi ho deciso di iscrivermi come sbandieratore e pian piano sono cresciuto all’interno del gruppo con diverse evoluzioni.
Quali sono state queste evoluzioni?
La mia esperienza è stata ciclica: il primo ruolo, al quale tengo perché poi ci sono ritornato, è stato quello di fotografo: seguivo i ragazzi durante le esibizioni e cercavo di lasciare tracce fotografiche della loro crescita e del loro passaggio. Poi, in un’esibizione a Montereale serviva il portastendardo: ho provato e mi è piaciuto; in un’altra esibizione invece serviva un figurante sbandieratore durante un corteo e da lì ho iniziato a prendere la bandiera in mano, sempre più spesso e tramite i vari insegnamenti dei responsabili, ho cominciato a fare le esibizioni come sbandieratore anche io.
Ricordi la tua prima uscita da sbandieratore? Che emozione hai provato? Questa sensazione è mutata nel tempo o è rimasta sempre la stessa?
Non ho un ricordo nitido della mia prima uscita da sbandieratore: so che era una manifestazione in piazza a Lanciano ma i ricordi sono un po’ sfocati. Ciò che invece è rimasto nitido è sicuramente l’emozione: quella è sempre standard, uguale. Io sono sempre stato abbastanza emotivo nelle mie esibizioni: non sono nato a Lanciano ma mi sento a tutti gli effetti un lancianese, di conseguenza sbandierare nella propria città da emozione.
A proposito di emozioni ed esibizioni, qual è stata le tua esibizione più emozionante e quale la più divertente?
La più emozionante sicuramente il primo Mastrogiurato. In quel periodo fortunatamente eravamo in tanti e per arrivare ad esibirsi bisognava conquistarsela la piazza. Ancor di più me la sono sentita vicina perché sono sempre stato il più “anziano” nel gruppo, di conseguenza anche ottenere il proprio posto in squadra non per l’età o per il rispetto di una persona più grande ma ottenerlo per merito era per me fonte di orgoglio.
La più divertente, invece, sicuramente San Pietro, nel quartiere in cui abitavo. Esibizione metà pomeriggio: bandiera indietro un po’ lunga, inciampo sul copri canalina, mi ritrovo per terra però la bandiera non è caduta! Forse è stata una delle mie ultime esibizioni con la calzamaglia, quel ricordo mi strappa sicuramente un sorriso.
Mastrogiurato, 2008 Mastrogiurato, 2007 Mastrogiurato, 2007
Come ci raccontavi prima, hai avuto modo di ricoprire diversi ruoli all’interno del gruppo, sei stato l’allenatore storico dell’Associazione: hai allenato sia le nuove leve che gli sbandieratori senior. Quali sono le differenze nel rapportarsi con i due diversi gruppi e quale dei due si è dimostrato più impegnativo?
Più impegnativo sicuramente allenare i senior, per un semplice motivo: con i senior dovevo allenare, gestire e spiegare qualcosa a persone che sicuramente sapevamo maneggiar bandiera più di me. Di conseguenza pensando di perdere credibilità verso la capacità tecnica, mi buttavo di più sullo spirito di gruppo, sul conseguimento degli obiettivi fatto con determinate regole di educazione e di spirito. Penso che nel mio piccolo qualche obiettivo l’ho raggiunto, visto che l’attuale responsabile degli sbandieratori e vicepresidente Andrea D’Orfeo è uscito un po’ da quella che scherzosamente con i ragazzi chiamavamo la “Marcocrazia”. Con i giovani invece era più semplice perché partivi da cose più semplici che maneggiavo con più serenità non distaccandomi mai dai miei pilastri ovvero il lavoro di squadra, le regole e l’educazione.
Artena, 2012 Pregara singolo, Artena 2012
Possiamo dire che il tuo allenamento era prima un allenamento allo stare in gruppo e poi un allenamento di bandiera?
Sicuramente.
La nascita del progetto “Sbandieratori fra i banchi di scuola”
Questo metodo di pensiero ti sarà stato sicuramente utile nella gestione dei ragazzi del nostro progetto scuola! Sei stato uno dei promotori di “Sbandieratori fra i banchi di scuola”: cosa ha spinto l’Associazione ad iniziare questa avventura e in cosa consisteva il progetto all’inizio? Come è mutato nel tempo?
Penso per un’esigenza. Il gruppo è nato e poi è cresciuto per molti anni grazie al passaparola: l’associazione stessa è nata da un gruppo di amici, prima di tutto amici fuori dall’attività associativa, quindi questo passaparola portava amici di amici ad iscriversi e a far crescere il tutto. Una volta cresciuti è diventato difficile coinvolgere persone di una determinata fascia di età: lavori, percorsi universitari e crescite varie non favorivano l’ingresso di figure esclusivamente amicali. Di conseguenza da lì è nata l’esigenza di ampliare il gruppo con ragazzi più giovani, che ti davano la certezza di crescere nel gruppo, portare i nostri colori fra i banchi sembrava la soluzione perfetta.
Il progetto è nato in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “G. D’Annunzio”: presentavamo l’Associazione a tutti i ragazzi, spiegando loro come nasceva la nostra bandiera, indirizzandoli verso l’inquadramento degli sbandieratori nel contesto storico dapprima generale, poi quello riferito a Lanciano e presentando le caratteristiche tecniche. Una volta conclusosi il primo incontro conoscitivo si passava alle 10 lezioni pratiche di bandiera durante le quali creavamo un piccolo spettacolo che i ragazzi avrebbero presentato in piazza Plebiscito durante l’evento “Mamma la nostra bandiera vola per Te”.
Sbandieratori fra i banchi di scuola, 2018 Sbandieratori fra i banchi di scuola, 2016
Per quanti anni hai gestito il Progetto scuola e qual è stata l’esibizione che ti ha colpito di più?
Ho gestito il progetto per 5 anni, purtroppo la pandemia da Covid-19 ha bloccato un po’ tutto. Per le esibizioni invece non potrei decidere qual è stata la mia preferita: ogni anno è stato caratterizzato da un episodio particolare, da un evento o un qualcosa che mi ha lasciato un piacevole ricordo. Poi, c’è da dire, che ci sono stati anni particolari in cui il progetto ha avuto un gran successo! Ricordo un’esibizione al Polo Museale: ho guardato lo spettacolo e c’erano 15 ragazzi tutti del progetto scuola! Questa sicuramente è stata una grande soddisfazione: abbiamo raggiunto quel che volevamo. Soddisfazione ancora più grande è vedere che tutt’ora il gruppo è composto da ragazzi che sono entrati da lì: i semi che abbiamo piantato hanno portato buoni frutti.
Con i ragazzi che hanno deciso di continuare questo percorso e che quindi sono entrati a tutti gli effetti nel gruppo, com’è cambiato il tuo rapporto rispetto a quando si stava fra i muri della scuola?
Fra i muri di scuola sei “l’istruttore”: cerchi di avere un rapporto di simpatia per cercare di farti seguire con facilità ma anche e soprattutto di creare un’attività divertente che i ragazzi ricordino con piacere. Una volta che si varca il confine associativo ho cercato di far capire prima di tutto i valori del gruppo: la nostra attività richiede impegno e serietà senza dimenticarsi mai del divertimento. Ho cercato pian piano di farli ambientare nel gruppo e di far conoscere tutte le tradizioni dei nostri colori, la dedizione necessaria a creare un buono spettacolo, le regole da seguire per raggiungere gli obiettivi che il gruppo si era prefissato, ma anche la goliardia che dà sempre quel tocco in più.
Spesso relazionarsi con ragazzi più giovani sottolinea un divario generazionale, anche se si parla di pochi anni, ma è un’occasione che permette sempre di aggiornarsi, reinventarsi e scoprire anche qualche cosa di se stessi. Cosa ti ha lasciato questa esperienza? Cosa hai scoperto di te che prima del Progetto scuola o dell’essere allenatore dei ragazzi non sapevi?
Che sono un gran chiacchierone, cosa che non avrei mai detto! Spesso parlavo, parlavo, in certi momenti anche troppo e non me ne rendevo conto! Cercavo sempre prima di tutto il dialogo. Anche nelle mie esperienze passate, nei miei 10 anni di allenatore di pallavolo, non ero così: lì avevo un ruolo più austero, dell’allenatore che dettava regole punto e basta. Poi forse con gli sbandieratori sono riuscito a far uscire quel lato di carattere che serviva in un ambiente meno agonistico.
Questa è rimasta confinata fra le pareti degli sbandieratori o ti è utile anche fuori?
No no, me la gioco anche fuori!
Sbandieratori fra i banchi di scuola, 2018Sbandieratori fra i banchi di scuola, 2016
Quale evento ti ha fatto capire che questo era il progetto giusto per l’Associazione?
Tutte le esibizioni di Maggio che abbiamo fatto. Ci lasciava l’eredità di quelle 1,2,5,10 persone che ci facevano capire che il progetto aveva trovato il giusto humus per crescere. Anche a scuola era diventata una vera tradizione: il progetto lo facevamo con i ragazzi delle terze medie, quindi i ragazzi delle seconde andavano a scuola sapevo che avrebbero fatto quel progetto. Sapere che era diventata una realtà per quella scuola mi ha dato conferma che quello era il progetto giusto.
Cosa hai provato la prima volta che ti sei trovato davanti una classe scalpitante?
Non ho avuto il timore del ”grande gruppo” perché bene o male molti avevano l’età di Sofia, mia figlia, di conseguenza un po’ mi ci sono ritrovato nel modo di interfacciarmi. Essendo papà di una figlia di quella età sapevo già come approcciarmi, poi ho avuto la fortuna di trovare sempre ragazzi o professori ben disposti.
Esibizione Polo Museale, 2017 Esibizione Polo Museale, 2017
Potendo tornare indietro, faresti tutto uguale o cambieresti qualcosa?
Ma no, rifarei tutto uguale. Forse, l’unica cosa, è che mi sarebbe piaciuto ampliare il progetto anche alle altre classi o creare qualcosa di più grande, che coinvolgesse tutti gli studenti, ma ciò comportava una organizzazione scolastica molto più complessa. Chissà, magari un domani.
Quest’anno, invece, è ripartito a pieno il progetto “Disegnando gli Sbandieratori e Musici di Lanciano”, progetto che anche tu hai seguito in prima persona, che ricordo hai di questa esperienza?
Il progetto con le scuole elementari è un progetto mirato a far conoscere i nostri colori e la loro storia al futuro della nostra città. L’intento è di far conoscere il gruppo al bambino che ci vedeva semplicemente a settembre e che magari non immaginava che in realtà l’associazione lavora tutto l’anno. Per me è stato interessante vedere cosa rimaneva più impresso ai bambini, cos’era che destava più curiosità e che quindi riportavano nei loro disegni. Il coronamento dei progetti scuola era comunque la Festa della Mamma, una festa che risulta essere un vero e proprio catalizzatore per tutte le attività associative: lì c’erano i ragazzi dei progetti scuola, le prime esibizioni delle new entry dell’anno precedente… è una manifestazione che rappresenta al contempo un traguardo e uno start.
Ci stiamo avvicinando alla chiusura di questa intervista, prima delle classiche domande finali, vuoi dirci tu qualcosa?
Si. Io negli ultimi anni sono uscito un po’ dalla parte fortemente attiva del gruppo per motivi personali: è una realtà che mi manca. Mi manca la riunione del direttivo, mancano gli allenamenti, mancano le uscite, però ad un certo punto ti rendi conto che ci sono dei tempi adatti ad ogni attività e forse nella mia vita associativa era ormai arrivato quel “tappo” che non mi permetteva più di andare oltre. Ho sempre cercato di fare le cose al massimo, con il massimo dell’impegno, quando non riesco più a dare ciò che voglio preferisco fare un passo indietro, non fare piuttosto che far male. Mi sono allontanato dalla parte di piazza ma sono sempre presente nel gruppo in ogni evento, sia con la mia camera, che è tornata a scattare per questi colori, sia con il cuore.
Qual è il tuo augurio ai ragazzi e all’intera Associazione?
Ai ragazzi che vogliono entrare, a quelli appena entrati o anche a chi è da tanto nel gruppo, auguro di rispettarsi fra di loro, di rispettare il gruppo, di rispettare quelle piccole regole che ci sono (perché sono piccole regole) e che aiutano tutto e tutti. Di prendere ogni attività con il giusto impegno perché farlo porta a dei risultati e porta anche a crescere personalmente, come è capitato a me.
Al gruppo dico che bisogna contare sui giovani: tutto nasce da lì perché ti porta ad avere una presenza negli anni. Recluti un ragazzo di 15 anni e sai che fino all’Università (perché l’Università sappiamo che è un traguardo di vita importante che spesso porta i ragazzi lontano da casa) sarà parte del gruppo, sarà la forza e la crescita del gruppo. Le difficoltà non sono poche, ma allacciarsi a realtà giovani serve per andare avanti negli anni. Devono esserci un passaggio di testimone, un cambio di sguardo e uno slancio verso il futuro.
Ringraziamo Marco Frau per questa bellissima chiacchierata e per il fondamentale apporto dato al gruppo in tutti questi anni: hai preparato molti di noi alla piazza, ci hai presi da bambini e fatti crescere, sempre con passione e dedizione; l’eco di ciò che ci hai insegnato risuona negli spettacoli con cui coloriamo le piazze. Per questo, e per tanto altro: grazie.
E a proposito di passaggio di testimoni, non potevamo che chiudere questa intervista con le voci di chi è entrato a far parte del gruppo grazie al progetto scuola ed è rimasto fino a diventare un punto di riferimento nella squadra dei senior: Maira e Sara.
Il racconto di Sara e Maira
Corropoli, 2017 Lanciano, 2022
Cosa vi ha spinto ad iscrivervi?
Maira:
Quando fu proposto il progetto degli Sbandieratori e Musici di Lanciano alla mia classe delle scuole medie, ero molto scettica riguardo al parteciparvi, innanzitutto perché ero un po’ bloccata dalla vergogna, e, poi, perché pensavo di non avere le competenze adeguate a sbandierare. Ma, dopo questa iniziale “paura”, qualcosa mi incuriosì di questo sport, volevo provare la sensazione di lanciare una bandiera, e decisi di iscrivermi, anche per merito dell’insistenza dei miei amici. A distanza di vari anni, sono molto felice di aver preso questa decisione.
Il giorno della prima lezione, ricordo che nell’aria della palestra c’era un grande entusiasmo e tanta frenesia, ma anche altrettanta curiosità di scoprire quali segreti nascondeva una bandiera.
Ricordo ancora la sensazione del vedere che anch’io (sì, proprio io!) riuscivo a far ondeggiare una bandiera con una certa armonia, e, piano piano, quell’ansia che avevo avuto inizialmente, scomparì.
Era davvero divertente lavorare in gruppo insieme al nostro allenatore Marco, tanto che ogni settimana aspettavo con entusiasmo la lezione successiva.
Imparare i primi movimenti era stato abbastanza facile e, più le lezioni proseguivano, più io volevo fare ulteriore pratica con la bandiera.
Dopo la prima esibizione e con l’inizio dell’estate, le lezioni con gli sbandieratori che tanto attendevo ogni sabato mattina finirono, e fu lì che decisi di iscrivermi definitivamente al gruppo.
Carnevale di Scerni, 2020 Mastrogiurato, 2022
Sara:
Della prima lezione ricordo solo le parole, dette in modo serissimo, “NON LANCIATE ASSOLUTAMENTE, SOLO OTTO!” …. e così un’ora intera di soli otto, diciamo che non è la cosa più divertente del mondo, ma ad oggi posso dire che la rifarei mille volte.
Un giorno Marco ci disse “Ragazzi se volete continuare questo percorso, venite alle prove serali, ci alleniamo il lunedì e il giovedì! Voi provate, se proprio non vi piace non continuate, che problema c’è!”. Diciamo che non avevo molta voglia di andare anche la sera, non ero molto convinta di iniziare quest’avventura, ma c’era una strana voce dentro la mia testa che mi diceva di andare e provare, una voce insistente, forse un sesto senso o semplicemente il mio istinto.
Insieme ad altre ragazze (tra le quali anche Maira), abbiamo iniziato gli allenamenti serali, ho visto che mi divertivo, che in un certo senso riusciva a rendermi felice e da allora non riesco a farne a meno, tanto che mia mamma (si sa una madre spesso comprende le cose ancor prima di un figlio), quando capitava che rispondevo male ai miei genitori o dopo qualche insufficienza presa nei compiti di matematica, non mi minacciava dicendo “adesso non esci più!” oppure “non usi il telefono per una settimana!” come solitamente fanno i genitori normali: le sue minacce erano “se continui così, non vai alle prove per una settimana!”. Sapeva meglio di me che una settimana senza telefono l’avrei anche superata mentre una senza prove no.
Mastrogiurato, 2022 Compleanno di Sara, 2023
Come cambia l’esperienza fra essere sbandieratrici a scuola e nel gruppo?
Sara
Sbandierare con il progetto diciamo che è molto più tranquillo, non senti la responsabilità se cade una bandiera o se salti una prova; poi però, una volta entrata è arrivato il primo cerchio, il primo lancio a scambio, la seconda bandiera, i vestiti nuovi, la prima bandiera presa in faccia, la prima Grande Squadra, il primo campionato, il primo Mastrogiurato e la prima torre in piedi/in punta che inevitabilmente ti portano grandi emozioni.
Un’altra differenza è che mi sono sentita a CASA: ci sono stati e ci sono tutt’ora periodi in cui passo più tempo ad allenarmi, o in sede a rifare le bandiere, alle uscite che non con la mia famiglia… a dirla tutta mi hanno vista ridere, piangere, felice, triste, spaventata, ansiosa, arrabbiata, struccata (e anche brilla), quindi sì anche loro sono famiglia.
Maira
Inizialmente pensavo che i movimenti con cui vedevo il mio allenatore esercitarsi fossero impossibili date le mie poche abilità, un traguardo irraggiungibile e lontano, ma desideravo tanto migliorare e poter un giorno riuscirci anche io, con la sua disinvoltura. Con tanta dedizione, pratica, ma soprattutto con la forte passione che stava crescendo nel mio cuore, iniziai ad allenarmi con i “grandi”, provando tantissime nuove coreografie, partecipando a vari spettacoli e rafforzando sempre di più i rapporti con questo gruppo stupendo.
Direi che un’altra differenza tra essere sbandieratrici a scuola e nel gruppo sta proprio nel “vivere” l’associazione a 360 gradi, come, per esempio, conoscendo tutte le persone che ne fanno parte, stringendo forti amicizie nel gruppo e vivendo momenti indimenticabili insieme, affezionandosi a quei lunedì e giovedì estivi trascorsi a sbandierare punti continuamente da zanzare, ma anche indossando i vestiti di velluto per le esibizioni nonostante il caldo durante il mese di luglio.
Tutte queste esperienze con l’associazione mi hanno portata alla persona che sono oggi, quindi sono davvero grata a me stessa di essermi iscritta nonostante i miei timori e le mie insicurezze, perché questo sport è riuscito a farmi superare proprio quelle insicurezze che tanto mi ostacolavano nella vita di tutti giorni, mi ha permesso di andare oltre i miei limiti e di conoscere tante fantastiche persone.
Qual è stato il tuo pensiero come alunna davanti al progetto e da qui come siamo arrivati a far parte del gruppo in maniera attiva?
Sara
Davanti al progetto scuola sicuramente non avrei mai immaginato che mi avrebbe portato fin qui. Pensavo fosse uno sport come tanti altri, non pensavo potesse regalarmi così tante emozioni e brividi. Ho scelto di continuare quest’avventura e quindi entrare nel gruppo in maniera attiva perché ho capito che nel momento in cui prendo le bandiere in mano tutte le liti, i pensieri negativi, le preoccupazioni, gli esami da dare, le paure che ogni giorno sono nella mia testa vanno via, come per magia la mia mente e il mio cuore sono semplicemente leggeri.
Con le parole delle nostre ragazze si conclude anche questo speciale di Maggio, cogliamo l’occasione per rinnovare i nostri più cari auguri a tutte le mamme, del gruppo e non, e vi ricordiamo che oggi Domenica 14 maggio alle ore 18 negli spazi di Central Park Lanciano (ex Ippodromo Villa delle Rose), ci saranno le premiazioni per il concorso “Disegnando gli Sbandieratori e Musici di Lanciano” realizzato con gli insegnanti e gli alunni della Scuola Primaria Rocco Carabba seguita dall’esibizione dei nostri ragazzi in onore di tutte le mamme, non mancate!